Novembre a Milano e dintorni è il mese dei concerti. Molti gli appuntamenti per gli amanti del nostro genere preferito, e tra questi la discesa italica dei Cradle of Filth, accompagnati per l’occasione dalla new sensation Ne Obliviscaris al Fabrique di via Fantoli.
Arriviamo alla location appena in tempo per vedere salire sul palco il gruppo spalla scelto per l’occasione. Il combo australiano recentemente salito alla ribalta con il loro secondo lavoro sulla lunga distanza “Citadel” si esibisce di fronte a poche centinaia di metalhead, proponendo un death progressivo e di atmosfera, molto tecnico e variegato. Avevamo grandi aspettative per questa esibizione live, purtroppo però in parte disilluse: i Ne Obliviscaris tengono bene il palco, ma il genere proposto così efficace su disco non ha lo stesso impatto in sede live. Penalizzati forse anche da suoni non propriamente perfetti, i sei di Melbourne risultano un po’ troppo slegati tra loro, nonostante il tasso tecnico di ogni singolo membro sia di tutto rispetto. Occasione forse sprecata dai Ne obliviscaris, ma sicuramente con margini di miglioramento considerata la giovane età del gruppo. Per ora rimandati.
Dopo un breve cambio palco, durante il quale aggirandoci per il locale ci rendiamo conto che l’affluenza di pubblico è bassa rispetto a quanto ci si poteva aspettare, ecco che arriva il momento dei vampiri di Suffolk.
Capitanati da un Dani Filth in forma e forti di un ritorno discografico importante con il nuovo disco Hammer of the Witches, la band a sorpresa apre con Heaven Torn Asunder, song datata 1996, che manda in visibilio i fan.
La coppia d’asce Shaw/Ashok crea un bel muro sonoro di riff in bilico tra atmosfere gothic e sfuriate black, e il piccolo Dani in palla ed ispirato come da anni non si vedeva, canta di sangue e morte passando dai classici Cruelty Brought thee Orchids e Lord Abortion intramezzando brani recenti come Blackest Magick in Practice che in sede live rendono molto bene, con le chitarre sempre sugli scudi. Nonostante siano veramente poche centinaia i fan accorsi al concerto, tutti i componenti della band sono molto professionali e lo stesso Dani, famoso in passato per alcuni suoi atteggiamenti da “rockstar”, interagisce molto con il pubblico, e sembra divertirsi sul palco.
Personalmente ebbi l’occasione anni fa di vedere i CoF dal vivo ed il ricordo era di una prestazione mediocre e priva di compattezza. Oggi i nostri sembrano vivere una seconda giovinezza, e sono in grado di presentare un ottimo show, coinvolgente e compatto.
I suoni del locale, non particolarmente alti, rendono comunque giustizia a brani stupendi che ci fanno ritornare indietro di 15 anni, come la classica “Her Ghost in the Fog” acclamata dal pubblico milanese.
Molto buona anche la prestazione di Lindsay Schoolcraft alle tastiere e ai cori, che esplode in tutta le sue capacità nel lento brano Nymphetamine Fix, la gothic ballad che ha letteralmente ipnotizzato il Fabrique per l’intensità del duetto con Dani Filth
Cradle of Filth promossi a pieni voti quindi, inaspettatamente! Il combo inglese ha dimostrato di saper svecchiare un sound datato e soprattutto di essere ancora in grado di creare uno show importante, mischiando musica ed effetti visivi. Una bella sorpresa quindi, che insieme al già citato ottimo disco “Hammer of the Witches” consacra il 2015 come l’anno del ritorno dei Cradle of Filth.
Una storia che sembrava chiusa anni fa, si riapre alla grande. Vedremo che sorprese ci riserveranno i vampiri di Suffolk nel futuro. Promossi!
Report a cura di Manuel Molteni
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