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Tradate Iron Fest 2005 (Venerdì) - 6/3/2005 - Campo Sportivo - Tradate (Va)

Fire Trails (Lorenzo Canella)
Al secondo posta di questa giornata troviamo quell’agitatore popolare che è Pino Scotto (ex Vanadium) con la sua nuova band, i Fire Trails per l’appunto. Lo stile perseguito dalla band è, come immaginabile un hard rock che si rivolge a gruppi come i Deep Purple. La prestazione del gruppo è abbastanza buona, anche se manca di tiro, forse a causa del recente cambio di formazione riguardante la batteria, forse per la regolazione non ottimale dei volumi, e la peculiare voce di Pino (a volte ricorda Lemmy), dopo tre pezzi comincia già a fare i bagagli. Per quanto riguarda i musicisti, il chitarrista Steve Angarthal si muove indubbiamente bene sulla sua sei corde ed il tastierista Otupacca (ex Gotthard) fa il suo dovere, il bassista Perrini si può definire onesto, come del resto il batterista. Il pubblico si dimostra benevolo e concede una discreta presenza sotto il palco.

Pink Cream 69 (Donato Tripoli)
La giornata di venerdì ha riservato a coloro che stoicamente hanno voluto esserci una sana overdose di classic metal ed hard rock. Dopo le ottime prove dei Wild Side e dei Firetrails, sono stati i tedeschi Pink Cream 69 a menare le danze per tutti i 65 minuti a loro concessi. Spaziando a piene mani dal loro già ampio repertorio (bisogna ricordare che questa band è attiva sin dal lontano 1987) i Pink Cream 69 hanno saputo riscaldare i presenti alla terza giornata del Tradate Iron Fest con la loro miscela di hard rock classico inframmezzato dalla presenza di due belle cover “No Woman No Cry” dell’ormai indimenticabile Bob Marley e “So Lonely” degli altrettanto mitici Police. Quando il gruppo ha suonato dei brani risalenti alla vecchia Lineup (intendo quella con Derris), gli ascoltatori più attenti hanno potuto notare la presenza dello stile che lo stesso Derris ha poi portato negli Helloween. Il gruppo ha poi presentato alcuni brani tratti dall’ultimo album “Thunderdome” che, anche se risale ormai al 2004, conserva un’energia ed una carica adrenalinica da far invidia a gruppi molto più “quotati”. L’unica cosa che mi ha deluso è stato il poco tempo concesso al gruppo, costretto a volte a ridurre all’osso gli assoli e l’interscambio con il pubblico, cosa che da sempre li ha caratterizzati. Comunque devo dire che la nuova formazione è una vera cannonata. Le linee vocali tessute dal cantante Dvid Readman (ex membro degli Adagio), coadiuvato dall’ottimo ed incessante lavoro del bassista Dennis Ward (ormai una delle colonne portanti del gruppo), del chitarrista Alfred Koffler e da quella macchina da guerra che risponde al nome di Kosta Zafiriou, hanno fatto passare dei momenti indimenticabili a coloro che da tempo li attendevano. Un bel ritorno per un gruppo che ha fatto da spalla a veri e propri monumenti della musica come Bruce Dickinson, White Lion e Europe. Speriamo solamente di poterli rivedere presto in Italia da Headliners.

Axel Rudi Pell (Simone Bonetti)
Premesso che non conosco nulla della produzione dell'axeman tedesco posso dirvi da non-fan che la prova del gruppo mi è piaciuta parecchio. Era la prima volta della band in Italia e a dimostrare dalla gente sotto il palco era anche molto attesa. La band nella sua ora e mezza a disposizione propone una lunga setlist che ripercorre l'intera carriera di Axel. Presenti anche vari assoli da parte della band, da citare sopratutto quello di Mike Terrana, come sempre un mostro in fatto di tecnica/potenza! Interessante quello del tastierista Ferdy Doerberg che si diverte a portarsi in giro per il palco la tastiera, dimostrandosi per tutta la durante dello show anche un buon intrattenitore. Jhonny Gioeli offre una buona prova, intrattenendo bene il pubblico. Anche se non conosco il gurppo posso dire che lo show proposto è stato buono e molto coinvolgente.

Gotthard (Lorenzo Canella)
Il posizionamento della band elvetica come headliner della serata sinceramente mi stupisce un po’ (senza connotazione negativa), infatti, mi pare che la loro popolarità in Italia non sia così elevata. Ho già avuto il piacere di vedere un loro concerto nel 2001 di spalla agli Ac\Dc e devo ammettere che la prestazione offerta qui al TIF è di qualità decisamente superiore. La scelta dei brani inseriti in scaletta attinge molto dal loro ultimo disco “Lipservice”, sebbene questo dovesse ancora uscire al momento del concerto, tra i brani eseguiti segnaliamo “Lift Up”, “Dream On” e la ballad “Everything I Want”. L’esecuzione è molto buona, specie quella del cantante Steve Lee che ha saputo relazionarsi bene col pubblico, buona anche la prestazione del chitarrista Leo Leoni. I miei complimenti vanno anche ai tecnici del suono che hanno saputo svolgere veramente un ottimo lavoro. L’unica pecca, ma forse è più questione di gusto, sta nel carattere degli ultimi pezzi che mi pare aver effettuato una lieve svolta verso il commercialoide.



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