Appuntamento imperdibile per gli amanti del power metal e delle sonorità più sinfoniche quello di oggi: lo Spazio Rock Fest,evento ideato e sponsorizzato dal portale rock italiano www.spaziorock.it, ci offre il meglio del power europeo ed italiano con band come Stratovarius, Luca Turilli’s Rhapsody e Powerwolf!
Andiamo con ordine partendo dai friulani Overtures, band che propone un prog-power di classe e che si candida con l’ultimo “Artifacts” a rappresentare nel miglior dei modi il metal italiano in Europa.
Solo venti minuti a disposizione per loro ma, nonostante i suoni troppo impastati e settati malissimo (ma questo accadrà praticamente durante tutte le esibizioni) l’ottimo singer Michele e soci danno prova di grande solidità e tecnica on stage. Avanti così ragazzi!!
Rimaniamo in Friuli Venezia Giulia con i folker Elvenking, che guidano le danze (appunto) con classici dell band come “Elvenlegions” e “Grandier’s Funeral Pyre”. Il pubblico si scatena sulle note che fuoriescono dal magico violino di Lethien e dall’ugola di Damna, saltando ed incitando la band per tutta l
a durata del set.
I Domine ribadiscono ancora una volta la loro leadership in ambito epic-power con uno show energico e senza pause, che consacra (come se ce ne fosse bisogno) Morby come uno dei migliori cantanti del genere.
I suoi acuti incredibili impreziosiscono perle come “The Hurricane Master” e l’inno “Defenders”, cantato a gran voce da ogni singolo presente in sala. Solida conferma e band che il mondo metallico ci invidia!!
Facciamo un salto in Germania col power metal teutonico degli Iron Savior, band compatta on stage ed ogni volta sinonimo di garanzia.
La nuova “Way Of The Blade” e classici come “Starlight” mettono a dura prova i muri del Live e la rauca voce di Piet ben si sposa con i riff rocciosi prodotti dalla sua sei corde. Gli Iron Savior passano spesso dalle nostre parti, ma sono sempre una gradita garanzia!
I Powerwolf ci offrono il solito show tutto sangue, canti in latino e bordate power orchestrate dall’istrionico singer Attila. Il pubblico si riversa nel pit per l’esibizione dei lupi tedesci, che sembrano puntare più sull’aspetto scenico che su quello musicale...ma va bene così! “We Drink your Blood”, “Army Of The Night” e la conclusiva “Lupus Dei” rendono egregiamente in sede live ed è questo ciò che più ci piace!
Ritardi sulla tabella di marcia costringono i Rhapsody a tagliare un paio di canzoni, ma nella set-list di Turilli e compagni non mancano i brani che hanno reso celebre nel mondo la band dell’eccezionale chitarrista: “Unholy Warcry”, “Tormento e Passione” e “Demonheart” scatenano il delirio tra i numerosi fan della band, ben scaldati da un Alessandro Conti in ottima forma vocale.
Forma vocale che caratterizza anche l’esibizione di Timo Kotipelto e dei suoi Stratovarius.
Si parte alla grande con una “Speed Of Light” perfetta, seguita a ruota da “Eagleheart” e “Phoenix”, che sembrano riportare la band ai fasti degli anni ’90.
Matias Kupiainen è un mostro della sei corde ed i suoi assoli neoclassici sono musica per le nostre orecchie, mentre il buon Lauri Porra al basso dispensa espressioni divertite e soddisfatte ai fan stipati nelle prime file.
La sorpresa “Will The Sun Rise?”, la moderna “Shine In The Dark” e l’inno “Black Diamond” chiudono la prima parte dello show, prima che la ballad “Forever” e la conclusiva “Hunting High And Low” (dilatata una decina di minuti per spremere per bene le corde vocali dei presenti) mettano la parola fine ad una prova maiuscola e di classe da parte della band finlandese. Che gli Stratovarius siano tornati? Ai posteri l’ardua sentenza...
Festival riuscito alla grande: spazi aperti dove rifocillarsi tra una bancarella di cd ed uno stand, meet and greet per tutte le band ed incredibile affluenza. Unica nota negativa un sound non proprio all’altezza dei nomi che hanno calcato oggi le assi del Live Club.
Report a cura di Martino Brambilla Pisoni
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