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KILLING JOKE + Death Valley High - 11/13/2016 - Live Club - Trezzo sull"Adda (Mi)

In una fredda serata di metà novembre il Live Club di Trezzo diventa il luogo scelto per il ritorno live degli storici Killing Joke, seminale band industrial new wave dei primi anni ’80.

Arriviamo al locale appena in tempo per vedere salire sul palco la band spalla scelta per la data italiana, i giovani Death Valley High. La band americana purtroppo già dai primi brani dimostra di non essere in grado di entusiasmare il pubblico (in realtà poco numeroso) con il suo mix di rock moderno e richiami new punk a la Murderdolls e in particolare la prova del cantante lascia l’amaro in bocca. Decisamente rimandati, vedremo se nel futuro questa realtà saprà esprimersi in maniera più convincente.

Sono le 21.30, e mentre ci aggiriamo per il locale che nel frattempo si è riempito soprattutto di fan della prima ora del combo inglese, ecco che puntuali come orologi compaiono sulle assi del Live i sempreverdi Killing Joke.
Più di trent’anni di storia, dodici album sudio, miliardi di concerti in tutto il mondo, ma la passione e l’emozione che i quattro musicisti trasmettono sembrano non aver tempo!
Suoni decisamente all’altezza della situazione aiutano la band capitanata dal “vecchietto” Jaz Coleman a trasformare il locale in uno squat londinese dei primi anni ’80, grazie anche ad una scaletta stellare. Infatti i brani proposti questa sera pescano a piene mani da lavori storici come l’omonimo disco del 1980 (Requiem, Wardance) o il bellissimo Nightime, targato 1985.

Ed è proprio dal secondo brano Love Like Blood che i nostri scaldano subito il parterre. Coleman l’istrione, che per tutta la durata del concerto senza muoversi praticamente dalla sua postazione riesce a stregare gli astanti con la sua mimica e gestualità, sottolineando ogni frase dei testi che gridano contro la politica mondiale e contro le ingiustizie sociali.
Suoni marziali, elettronica old style si mischia al punk viscerale di brani come Complications. La band è compatta sul palco, grazie all’ottima prova del bassista originale della band Martin Youth Glover, rientrato dopo la tragica morte di Paul Raven e del batterista Big Paul ferguson, maestri nel donare la ritmica marziale al sound scuro dei Killing Joke. L’unico che in alcune situazioni appare svogliato sul palco è il chitarrista Geordie Walker, ma ciò non impedisce al pubblico (con un’età media intorno ai 40 anni) di esplodere in un boato alle prime note della storica The Wait, resa celebre dalla cover dei Metallica o della moderna e danzereccia European Superstate tratta da Absolute Dissent.
Il concerto si chiude dopo un’ora e mezza di bombardamenti punk industrial con un sempre più folle Jaz Coleman che finalmente si lascia scappare un sorriso grazie agli applausi compiaciuti dei fan.

Onestamente non ci aspettavamo un concerto così coinvolgente da parte di un gruppo storico come i Killing Joke, anche a causa della tipologia di musica proposta. Ma la realtà è che i nostri sono riusciti a legare il passato con il presente in maniera perfetta: dispiace solo non aver visto tra il pubblico spettatori giovani. Gli attuali fan di band come Rammstein, Marylin Manson e tutto quel filone neo punk industriale dovrebbero veramente riscoprire questa band inglese, senza ombra di dubbio musa ispiratrice di molte band moderne.
Per il sottoscritto questa discesa in Italia di Coleman e soci si è rivelata come uno dei migliori concerti live della stagione e colgo l’occasione per consigliare a tutti gli amanti della buona musica fatta con intelligenza ad aprire la mente e di iniziare a riscoprire i Killing Joke, magari partendo dall’ultimo ottimo disco Pylon, targato 2015.
Ed è proprio vero: nel panorama musicale ci sono miliardi di band e la maggior parte di esse sono meteore che scompaiono dopo un paio di album. Quelle che restano sono quelle che hanno sempre qualcosa da dire ed i Killing Joke hanno dimostrato che per loro la pensione è ancora lontana: come trent’anni fa il combo inglese è ancora qui a sputare veleno con ironia contro la società moderna e la politica. Lunga vita ai Killing Joke!

Report a cura di Manuel Molteni

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