Serata all’insegna del metal moderno al Live Club di Trezzo: infatti sul palco lombardo si esibiranno i Sonic Syndicate e gli Amaranthe, una piccola invasione svedese in terra italica!
Arriviamo al locale giusto per assistere alla comparsa sul palco della band capitanata da Nathan J. Biggs, estroverso cantante dei Sonic Syndicate. La prova del gruppo, dedito da anni ad un canonico nu metal con forti influenze melodiche è di tutto rispetto e nell’oretta a loro concessa i musicisti snocciolano brani da praticamente tutti i loro lavori in studio, con particolare attenzione ai brani tratti dall’omonimo disco targato 2014. La semplicità dei brani proposti ha un buon impatto in sede live, soprattutto grazie alla performance di Biggs, vera pallina impazzita sulle assi del palco. E mentre il locale si riempie di fan in attesa degli headliner, tra sorrisi e buffe smorfie il singer svedese regala un simpatico fuori programma abbandonando momentaneamente il palco per andare a cantare microfono alla mano, direttamente sul bancone del bar del locale, coinvolgendo i metalheads in una festa che inizia a prendere forma.
Sebbene su disco la proposta dei quattro svedesi appare un po’ anonima, in sede live i nostri riescono a esprimersi in maniera decisamente coinvolgente. Promossi!
Dodo un breve cambio palco, alle 22.00 sulle note di Maximize tratto dal loro nuovissimo lavoro in studio ecco salire sul palco gli Amaranthe! E la festa prende piena forma!
La band svedese, forte di un’ottima resa sonora (il locale ci ha abituati da un po’ di tempo ad un impeccabile lavoro di mixer) e con una Elize Ryd in forma, snocciola ben diciotto brani tratti da tutti i lavori in studio. La proposta è molto efficace seppur semplice: un alternarsi di tre voci, growl, pulita maschile e femminile disegnano melodie pop oriented su una base heavy che mandano in visibilio i giovani fan accorsi.
Con tre cantanti la band riempie bene il palco, e forti di melodie pop perfette per scatenare cori sui ritornelli il sestetto svedese appare conscio delle proprie possibilità e soprattutto del proprio ruolo. Gli Amaranthe infatti in sede live possono essere definiti tranquillamente una party band, con la frontgirl Alize che sa usare bene la sua femminilità sulle assi del palco, ammiccando ai giovani presenti e con una prova vocale non eccelsa ma adatta alla situazione. Qualche errore di intonazione viene infatti “coperto” da una presenza scenica di tutto rispetto e i metlheds sembrano poco interessati all’aspetto tecnico dell’esecuzione dei brani.
Pezzi come la radio friendly Boomerang, o i singoli di facile ascolto Digital World e la ballad Amaranthine vengono eseguite con i costanti cori del pubblico e l’atmosfera festosa della serata diventa sempre più calda con il passare del tempo.
Piccola nota di demerito, a parere di chi scrive, la predica a metà show del bassista Johan Andreassen contro i venditori abusivi del merchandising della band fuori dal locale. Senza entrare in merito alla questione, dieci minuti di parole su un palco per queste faccende che esulano dal contesto live, sono apparsi un pò troppi!
Infine, ecco il nocciolo della questione: gli Amaranthe hanno avuto il coraggio di trovare il loro posto tra due mondi apparentemente distanti, ovvero quello pop e quello heavy. Ed il risultato, a conti fatti, è un ottimo prodotto senza grandi pretese artistiche o tecniche ma che arriva facilmente a far breccia nel cuore degli ascoltatori, molti dei quali giovani che iniziano ad approcciare il mondo della musica live.
Non entusiasmanti su disco, ma ottima festa live. Promossi
Report a cura di Manuel Molteni
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.