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Amon Amarth + Testament + Grand Magus - 11/21/2016 - Alcatraz - Milano

L’autunno si sa, é diventato, fortunatamente, un susseguirsi di grandi eventi musicali e ogni mese ha i suoi highlights. Quello di novembre ci è gentilmente offerto da un tris di tanto variegato nelle proposte quanto di grande richiamo per chi ama le sonorità heavy metal. Amon Amarth, accompagnati da Testament e dai conterranei Grand Magus stanno per scatenare l’apocalisse, o per restare in tema il ragnarök, sul palco dell’Alcatraz di Milano.

In una fredda e piovosa giornata tocca ai
Grand Magus scaldare e preparare il pubblico alla tempeste che arriveranno in successione (uragano Testament e tifone Amon Amarth). In poco meno di 40 minuti il trio svedese offre una performance degna di un healiner proponendo sia qualche estratto dall’ultimo "Sword songs" ma lasciando ampio spazio a quelli che oramai sono diventati i classici di repertorio. "Steel Versus Steel”, “Iron Will” e “Hammer Of The North" sono indubbiamente i brani che vengono maggiormente apprezzati in uno show breve ma intenso. Continueremo a ripeterlo: i Grand Magus meritano una maggiore attenzione nello spazio musicale!
Un rapido cambio palco per montare la scenografia di una leggenda del thrash metal d’oltreoceano ed ecco comparire sul palco il mastodontico Chuck Billy coi suoi fedeli compagni. I Testament non hanno nulla da invidiare agli headliner dello show potendo addirittura vantare una carriera ben più lunga e ricca di successi, anche per questo motivo molti storcono in naso esprimendo il disappunto a favore di un’inversione di posizione in scaletta delle 2 band principali. Questa sera però la formazione californiana si accontenta di ricoprire il ruolo di special guest, tanto gli basta per poter promuovere il nuovo disco "The Brotherhood Of The Snake". Anche in questo caso la set list ci regala qualche estratto dall’ultima fatica ma non tralascia ovviamente alcuni tra i classici cavalli di battaglia trovando addirittura lo spazio per suonare la title track del penultimo "Dark Roots of Earth". Come sempre signori del palco, interagiscono con il pubblico, sia il frontman che Skolnick e il mitico bassista Steve DiGiorgio. In sole 10 tracce la band riesce a comprimere tutta l’essenza della corrente thrash bay area che hanno contribuito a creare, dalla opener "Brotherhood of the Snake" alla chiusura con "The Formation of Damnation". Grandi Testament come sempre, li aspettiamo fiduciosi in uno show tutto loro!
Questa volta è un lungo cambio palco a precedere lo show dei vichinghi Amon Amarth, la scenografia è la più particolare che la formazione svedese abbia mai portato in show indoor qui in Italia.
Sebbene manchi tutta la parte pirotecnica giochi di luci e fumo, telo 3d con immagini che cambiano e un elmo gigante su cui viene montata la batteria, accompagnano degnamente la musica di Johan Hegg e compagni.
Per tutta la durata dello show ci saranno numerosi interventi da parte di rievocatori del gruppo Jomsviking, giusto per restare nello spirito dell’ultimo omonimo disco che questo tour sta promuovendo.
L’ingresso dei musicisti è accompagnato dalla ormai classica versione melodica dell’omonima Amon Amarth, traccia che oramai non viene più proposta in sede live da innumerevoli anni.
Incredibilmente la prima sferzata di violenza viene invece affidata ad un’altro classico, "Pursuit of Vikings", che ci presenta una formazione carica e rabbiosa al punto giusto, come tradizione norrena vuole.
Il primo combattimento è offerto sulle note di "The Way of the Vikings", a questo punto il pubblico è ormai stregato e seguirebbe il carismatico frontman in battaglia se lo chiedesse.
Sempre un pò distaccato il chitarrista Johan Söderberg mentre il suo collega Olavi Mikkonen ed il bassista Ted Lundström non perdono occasione per incitare le prime file. Molto convincenti come sempre i classici "Cry of the Black Birds", "Runes to my Memory" o "Death in Fire" mentre non convince troppo la scelta del il primo encore con "Rise your Horns", brano che avrei visto più azzeccato se posizionato tra i primi brani in scaletta.
Ottima la chiusura con due canzoni eccezionali quali "Guardians of Asgaard" e "Twilight of the Thunder God", per una serata davvero incredibile, ben riuscita dalla prima nota dei Grand Magus all’ultima degli Amon Amarth!

Report a cura di Paolo Manzi

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