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Dirkschneider - 12/13/2016 - Live Club - Trezzo S/A (Mi)

Quando uno pensa a Dirkschneider, dopo aver rinunciato il più delle volte a pronunciarlo correttamente, pensa immancabilmente al paffuto e mitico frontman degli Accept.
Da diversi lustri ormai il teutonico omino si esibisce sotto il moniker di U.D.O. ma, da quasi ormai un paio d’anni, ha sostituito il nome al ben più contorto cognome per portare in giro per il palchi di tutta Europa uno show decisamente più particolare.
Accantonando temporanemente il progetto UDO, l’omonimo musicista ora propone uno show basato esclusivamente su brani dei tempi in cui militava negli Acceppt.
Una manovra commerciale che ha riscosso decisamente consensi, anche qui in Italia, dove da diversi anni l’interesse dei metalhead era decisamente scemato tanto è vero che gli UDO non venivano più nel Belpaese dal lontano 2009, mentre solo in questo 2016 sono passati in 2 differenti occasioni a distanza di pochi mesi.
Di poco interesse la band di supporto i Garagedays un brutto tentativo di imitare i Metal church inserendo qualche assolo più tecnico ad opera di un chitarrista che, un pò per i capelli un pò per la camicia a quadri, ricordava vagamente il compianto Kurt Cobain.
Oltre tutto, in diverse occasioni il batterista, è andato clamorosamente fuori tempo.
Finalmente viene il turno delle star, si accendono le luci, il palco si riempie di fumo mentre fa il suo ingresso il figlio di Udo, il giovane ma talentuoso Sven che ricorda un pò il padre da giovane se non fosse per una timida barbetta.
Successivamente si schierano davanti alle pelli il fedele Fitty, bassista di Udo da quasi 20 anni e le due chitarre finno-russo Heikkinen / Smirnov.
Suibto dopo, sulle note di "Starlight" compare lui, l’ominide dell’Heavy Metal tutonico, una leggenda vivente ed il pubblico subito inizia ad accompgnare la voce al vetriolo del frontman in tutti i brani da "Living for Tonite" a "Midnight mover".
Una grande festa in cui tutti si diverto, musicisti, pubblico (eccezion fatta per qualcuno troppo occupato a contendersi un plettro dimenticando il vero spirito del rock), in questa occasione anche le chitarre si sono mosse bene, riempiendo il palco ed interagendo coi presenti.
Non potevano mancare ovviamente altre grandi hits, "Metal Heart" e "Balls to the Wall" in primis.

Unica nota dolente, una scarsa affluenza, nemmeno mezzo Live Club è stato riempito. Un vero peccato per chi ha scelto di non venir, innanzitutto perché è stato un grandissimo show, in secondo luogo sarà l’ultima volta in cui UDO canterà dal vivo tutti i pezzi storici.
Ogni lasciata è persa si dice, meditate gente, meditate...

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Report a cura di Paolo Manzi

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