Dopo pochi giorni tour che ha visto nella medesima location, il Live Music Club di Trezzo sull’Adda, Sabaton e Accept, oggi tocca ad un’altra pietra miliare dell’Heavy Metal
svedese, gli Hammerfall che accompagnati per l’occasione dai conterranei Lancer e i simpatici scozzesi Gloryhammer
In apertura troviamo i Lancer che presentano il loro terzo lavoro "Mastery", e qui forse è il caso di aprire una parentesi, siamo forse di fronte a una New Wave of
Swedish Classic Metal?
La performance della band è piacevole, non molto personale a dire il vero ma tutto sommato si lascia ascoltare.
A dire il vero il frontman Isak Sternwall dovrebbe sforzarsi di trovare un proprio trademark per emergere dal "mucchio" e portare la band al livello successivo.
Tutt’altro discorso invece è quello dei Gloryhammer, loro al livello successivo pare non ci vogliano arrivare, preferiscono divertirsi e divertire prenderndosi poco sul
serio, ripescando qua e la, a volte senza il minimo pudore, sonorità di matrice Rhapsody e tematiche "Turilliane", qualcuno ha detto "Prophet of the last Eclipse"?
Tuttavia, a differenza di chi il genere l’ha inventato, il combo scoto/elvetico, il frontman Thomas Laszlo Winkler arriva da un paesino del bernese, si prende poco sul serio con
scenografie volutamente pacchiane e costumi che ripescati da qualche film-parodia di Mad Max.
L’apice si tocca col passaggio del martello gigante (sarà per questo che gli Hammerfall li hanno voluti con loro), sulle note "Legend of the Astral Hammer", cavallo di battaglia
di questi simpatici ragazzi.
Un rapido cambio palco ed ecco gli Hammerfall, la band di Joacim Cans, ormai prossima a raggiungere i 5 lustri di attività, appare subito in piena forma e riceve ovazioni
dal pubblico quando apre le danze con le note di "Hector’s Hymn".
Dall’ultimo "Built to Last" viene proposta "Bring It!", pezzo che ben si presta in sede live anche se, com’era prevedibile, sono i brani storici quelli che riscuotono maggiori
consensi come "Renegade", "Crimson Thunder" o "Let the Hammerfall".
Grande performance sia del frontman che delle due chitarre Pontus Norgen e Oscar Dronjak, che si presenta sul palco con una chitarra customizzata a forma di martello.
I due si alternano nell’esecuzione di guitar solos interagendo tra loro senza però dimenticarsi dei fans e coinvolgendo ovviamente mr Cans.
Il concerto, si chiude sulle note di un’ottima "Hears on Fire", degna conclusione di un’ottima serata e, più in grande di un’ottima settimana, di heavy metal nel cuore delle
terra lombarda.
Report a cura di Paolo Manzi
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