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Kreator + Sepultura + Soilwork + Aborted - 2/21/2017 - Live Music Club - Trezzo S/A (Mi)

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Il Live di Trezzo diventa il teatro di uno degli show più attesi dell’anno: due super band infatti saranno gli headliner di questa serata. I brasiliani Sepultura e i tedeschi Kreator, entrambe fresche di nuovo disco. Ad accompagnare le due band i deathsters Aborted e gli svedesi Soilwork. Il concerto di questa sera evidenzia come il tempo passi per tutti, ma lascia segni diversi.



I Sepultura che hanno dato alle stampe l’ottimo nuovo Machine Messiah sembrano quelli che hanno avuto la peggio in quanto a conseguenze nell’eterna lotta contro gli anni che passano. Infatti la band capitanata dal mastodontico Green lascia un senso di incompiuto nella propria esibizione. La scelta dei brani proposti evidenzia che i Sepultura di oggi sono una band totalmente diversa rispetto a quella di 20 anni fa: i brani tratti dall’ultimo lavoro in studio, come il singolo I am the Enemy o Alethea sono ottimamente eseguite, con un Kisser alla chitarra veramente in palla. Destreggiandosi tra ritmiche e assoli ben suonati, il chitarrista sembra l’unico in grado di ricordare la violenza e l’attitudine che resero celebri i carioca anni fa. Questo non si può certo dire per lo storico bassista Paulo Junior che appare stanco e poco presente sul palco. Le note dolenti arrivano quando vengono proposti i brani storici della band, universalmente conosciuti come piccoli gioielli sonori: la stupenda Arise viene suonata senza il giusto tiro, e sinceramente anche con qualche pesante errore da parte del buon Casagrande. L’inno Refuse/Resist scatena l’urlo dei fan, ma anche la tribale Ratamahatta e la classica Roots Bloody Roots non sono sufficienti per alzare l’asticella di un concerto quasi “scolastico”. Poco infatti hanno fatto i brasiliani per rendere lo show più accattivante. La macchina da guerra Sepultura sembra essersi fermata di fronte al tempo che passa. Occasione persa.



Alle 22.00 in punto ecco però salire sul palco una delle band che dimostrano come sia possibile vincere la battaglia con il tempo: i tedeschi Kreator irrompono infatti sul palco ed è subito il delirio.
Su una violenta Choir of the damned ( con relativo sparo di coriandoli da cannoni posti a lato dello stage) ci si accorge subito che i Kreator sono una delle migliori live band di oggi. I quattro musicisti sono in forma strepitosa e con una setlist impressionante fanno letteralmente impazzire il Live Club. I nostri possono vantare trent’anni di dischi, e pescano brani ovunque: le recenti Satan is real, targata 2017 e Gods of violence sono cantate da tutte i metalheads presenti. Petrozza (apparso anche fisicamente più in forma)è un frontman con un carisma e una capacità di arrivare al pubblico invidiabile: urla le sue invettive contro la società moderna con il la violenza e la melodia tipica del combo teutonico. Sami Yli-Simio alla seconda chitarra non dimentica mai il contatto visivo con il pubblico così come il buon Ventor alle quattro corde. Compatti come un Panzer i nostri propongono bordate al fulmicotone come la storica Phobia o la super thrash Extreme Aggression (1989) o brani più melodici e monolitici come la nuova Fallen Brothers dedicata a tanti musicisti metal scomparsi negli anni. I brani tratti da dischi post 2000 come Violent Revolution e Phantom Antichrist scatenano il pogo selvaggio e wall of death organizzati direttamente da un sogghignante Petrozza. Ecco svelato il segreto dei Kreator di oggi: sono stati capaci di evolvere il proprio sound in maniera però omogenea. Ed è per questa ragione che brani classici di oltre vent’anni fa vanno a braccetto con il materiale nuovo. Considerando anche un attitudine mostruosa e l’ottima esecuzione tecnica, il setlist proposto evidenzia proprio questa facilità di espressione del combo tedesco. I Kreator “arrivano” al cuore del pubblico e tra tanto sudore e pogo selvaggio il buon Mille impugnando un’enorme bandiera annuncia una old school Flag of Hate, praticamente il colpo di grazia per un pubblico decisamente provato dallo stupendo concerto.
La ciliegina sulla torta arriva con le ultime due songs proposte, Under the guillotine e la pietra miliare del thrash teutonico Pleasure to Kill.
I Kreator non lasciano prigionieri.
Compatti, solidi, chirurgici e con la stessa attitudine di trent’anni fa. In una solo parola fenomenali.
Difficilemente il tempo e gli anni riusciaranno a scalfire la dura corazza di Mille e soci. Enormi!

Report a cura di Manuel Molteni

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