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Bang Your Head 2018 - 7/12/2018 - Messegelände - Balingen (DE)

Bang Your Head 2018

il ventesimo anniversario del Bang Your Head passa un pò in sordina, la notizia che gira fin dalle prime ore è che potrebbe trattarsi dell’ultima edizione di sempre.
Per fortuna, nel corso della 3 giorni di Balingen, la notizia viene smentita, anche se non del tutto, creando un pò di allarmismo e lasciando gli abitué del festival teutonico col fiato sospeso per qualche giorno.
Ma tutto è bene quel che finisce bene, alla fine lo stesso patron del BYH, Horst Franz, comunicherà che nonostante le grandi difficiltà ed i costi sempre maggiori da sostenere, la XXI^ edizione si farà.

12 Luglio 2018

La prima giornta si scorre tranquilla, si parte con Black Diamonds e Burning Witches, il primo gruppo davvero interessante parte con il glam metal degli svedesi ECLIPSE seguiti a ruota dai "cugini" finlandesi RECKLESS LOVE.
Un buon numero di persone assiste alle due performancese restando decisamente spiazzati quando a salire sul palco sono gli scozzesi ALESTORM. Il loro Scottish pirate Metal è sempre divertente specie se sul palco si monta come scenografia una enorme paperella da bagno. La performance spazia da "Mexico" fino alla ormai storica "Captain Morgan’s Revenge" divertendo tutti quanti.
Si torna a fare sul serio con i thrasher americani EXODUS, anche se manca Gary Holt, impegnato con gli Slayer, la band sembra in ottima forma, una conferma di quanto visto per noi italiani pochi giorni prima al Rock the Castle. Convince innanzitutto la perfromance vocale di Steve Souza e come sempre sul pezzo il chitarrista Lee Altus; "Bonded by Blood", "Exodus", "Body Harvest" e "A Lesson in Violence" i brani migliori.
Si torna in Finlandia con gli AMORPHIS il barbuto Tomi Joutsen cattura subito l’attenzione, la band è cresiuta nel corso degli anni e anche ad un festival di natura prettamente "classic metal" può godere di un foltissimo seguito.
La set list ripercorre tutta la carriera dell’act finnico, partendo dagli anni novanta fino all’ultimo recente "Queen Of Time".
I REFUGE sono un’istutuzione in quel di Balingen, i Refuge sono i Rage, quelli storici, quelli di Peavy Wagner, Manni Schmidt e Christos Efthimiadis, creatori dell’omonimo album.
La simpatia che emanano mentre ripropongo i vecchi brani è contagiosa, grande come sempre il chitarrista Manni mentre Peavy sembra ancora quello di 30 anni fa, forse con qualche capello in meno.
Da un’istituzione ad un’altra arriva il momento della "metal queen" DORO, precede gli headliner della giornata ma, qui in Germania, la vincitrice morale è decisamente la biona singer. La signora Pesch e compagni, tra cui svetta il nostro compatriota Luca Princiotta, danno vita ad uno show entusiasmante spaziando dalla lunghissima discografia solita senza dimenticare quanto fatto in precedenza con i Warlock.
Un lungo cambio palco, il tempo di scegliere qualcosa da mangiare tra le numerose bancarelle del festival ed ecco che tocca agli EUROPE.
Una scenografia scarna contrastata da un ottimo gioco di luci accompagna Joey Tempest e compagni che partono a testa bassa con "Walk the Earth", "The Siege" e la classica "Rock the Night".
Tutto il pubblico canta sulle note di "Carrie" mentre l’accoppiata "Cherokee" e l’intramontabile "The Final Countdown" chiudono la giornata mandando tutti a letto o in tenda felici e soddisfatti.





FOTO:

.: Eclipse
.: Reckless Love
.: Alestorm
.: Exodus
.: Amorphis
.: Doro
.: Europe


13 Luglio 2018

Il secondo giorno ricorda più una tipica afosa giornata estiva della pianura Padana piuttosto in contrasto con la precedente che era una fresca e ventilata giornata in linea con il clima delle colline del Baden Württemberg.
Sotto questo solleone si esibiscono ALPHA TIGER e STRIKER, due prove interessanti da seguire anche se il primo colpo interessante lo abbiamo con i britannici MONUMENT. Non si può restare indifferenti al NWOBHM fortemente influenzata dai compatrioti Iron Maiden grazie soprattutto alle doti vocali del frontman Peter Ellis che ricorda molto l’omolgo Bruce Dickinson.
2/3 dei NIGHT DEMON arrivano direttamente dagli storici Cirith Ungol, l’ex bassista Jarvis Leatherby ora anche vocalist e il chitarrista Armand John Anthony che con la epic metal band californian ha suonato dal vivo.
Buona la performance anche se, forse per l’orario, passa un pò in sordina.
Il registro cambia invece quando a calcare le assi del BYH Harry "The Tyrant" Conklin, è il momento dei JAG PANZER. Assieme al frontman troviamo in forma smagliante il mitico chitarrista Mark Briody che incita il pubblico che subito risponde. Si parte dai brani recenti con "Far Beyond All Fear" estratta dall’ultimo "The Deviant Chord" ma subito si torna indietro di vent’anni con "Chain Of Command". Altrettanto data è l’ottima "Iron Eagle" mentre la chiusura affidata a "Generally Hostile" ci riporta ai tempi degli esordi dell’act di Colorado Springs.
I CORELEONI sono svizzeri, sono il side project del chitarrista fondatore dei Gotthard Leo Leoni. A dargli man forte il talentuoso chitarrista Igor Gianola e dal vocalist Ronnie Romero.
Il genere proposto resta un AOR che inevitabilmente affonda le sue radici nella band madre di Leoni, molto gradevole ed energica la prestazione. Sicuramente una band da non perdere dal vivo in futuro.
Si cambia decisamente registro con ABBATH, l’ex frontman degli Immortal mette in campo uno show sulla falsa riga di quanto proposto dalla sua band d’origine. Avendo un solo album all’attivo con la nuova formazione la set list va a ripescare dal fastoso passato degli immortal ma anche qualcosa da "Between Two Worlds", il side project degli I datato 2006.
Sempre simpatico e sul pezzo riceve meritate ovazioni dal pubblico e ringrazia scendendo dal palco per salutare i fand proprio nel mezzo dello show.
Quando un telo a tinte scure con un logo verde a lettere cubitali compare sullo sfondo è chiaro a tutti che è giunta l’ora degli OVERKILL di Bobby Ellsworth.
La voce al vetriolo del thrasher newyorkese e la mimica quasi teatrale con cui "racconta" le sue canzoni non passano inosservate.
"The Grinding Wheel" è il disco da cui vengono estratte le ultime canzoni con l’apertura affidata alla graffiante "Mean, Green, Killing Machine".
Headliner della serata ancora una volta (in senso positivo ovviamente) troviamo gli ACCEPT, anche loro sono di casa in quel di Balingen dove si esibiscono quasi ad anni alterni.
l’ultimo "The Rise Of Chaos" è del 2017 questo consente alla band di poter spaziare per tutta la discografia, dalla recente "Die by the Sword", "Koolaid" e "Analog Man", passando per quelli che ormai sono divenuti classici immancabili in sede live come "Teutonic Terror". Ovviamente non possono mancare i veri pezzi storici del priodo pre Tornillo come "Princess of the Dawn", "Balls to the Wall" o "Metal Heart".
Mark Tornillo e Wolff Hoffman sempra in forma smagliante si concedono a più riprese prima ai fotografi poi al numerosissimo pubblico presente. Un grandissimo show, tripudio di suoni luci e acclamazioni che si candida per essere una delle migliori esisbizioni di questa ventesima edizione.
Una nota dolente lo show degli ANNIHILATOR si svolge in concomitanza con quello degli ACCEPT mandando un pò in crisi i fan di entrambe le band che fanno spola dal main stage all’halle.





FOTO:

.: Striker
.: Monument
.: Jag Panzer
.: Coreleoni
.: Abbath
.: Overkill
.: Accept
.:
Annihilator



14 Luglio

Dei CLOVEN HOOF originali resta solo il bassista Lee Payne, ciò nonostante la rivisitazione dei vecchi brani ad opera del nuovo frontman George Call convince e soddisfa, in questa ultima calda giornata del BYH dove si parte a testa bassa a ritomo di NWOBHM.
Ecco infatti che subito dopo viene il momento dei TYGERS OF PAN TANG, anch’essi orfani della formazione originale di cui troviamo solo il chitarrista Robb Weir ma alla voce c’è il "nostro" Jacopo Meille anche oggi in gran forma come accaduto peraltro nell’edizione 2016, dove veniva presentato l’omonimo ultimo album "Tygers Of Pan Tang".
Sempre in UK, sempre NWOBHM ma tutta al femminile quella proposta dalle GIRLSCHOOL, la prova purtroppo non risulta molto convincente soprattuto la frontgirl Kim McAuliffe pare essere giù di tono. Può capitare una giornata no, anche perché sfido chiunque indossare abiti in pelle a metà luglio in pieno solo di pomeriggio.
Dal Regno Unito ci si sposta alla vicina Irlanda e si cambia decisamente genere con i PRIMORDIAL con Mr. Nemtheanga carico come mai visto prima. Offre una performance carica di phatos specialemnte sulle note di "To Hell or the Hangman" e la chiusura affidata a "Empire Falls".
Dal paese del sol Levante un gradito ritorno è quello dei LOUDNESS, Akira Takasaki e Minoru Niihara sono le star del momento, con l’axeman che si distungue sulle note di "Heavy Chains" mentre il frontman raccoglie le meritate ovazioni da un pubblico più che appagato.
Si va quasi in chiusura quando arriva il momento dei PRETTY MAIDS, una band che da noi non gode di un folto pubblico ma che in per il pubblico teutonico rappresente un must ad ogni evento. Ronnie Atkins è una vera e propria rockstar d’altri tempi, profondamente scavato in viso, ogni ruga rappresenta un successo nel campo musicale.
Da "Future World" all’ultima fatica "Kingmaker" l’act danese offre uno show sopra le righe, coinvolgente sin dalle prime note catturando l’attenzione dei più fino alla chiusura affidata alla mitica "Red, Hot and Heavy".
Si arriva dunque alla fine del festival, come di consuetudine prima di annunciare l’headliner sale sul palco il patron dell’evento Horst che ringurazia e rassicura tutti i presenti, la prossima edizione, in barba alle voci che circolavano, si farà. Quindi annunciando i vampire POWERWOLF viene rinnovato l’invito a prender parte all’edizione 2019.
La scenografia del quintetto di Saarbrücken è senza dubbio la più elaborata, il pubblico sembra apprezzare molto queste tematiche e anche i più scettici non possono che restare inchiodati al proprio posto mentre Attila Dorn canta il suo sermone. Così da "Blessed & Possessed" passando per "Amen & Attack" e chiudendo con la licantropica "Lupus Dei", tra le comparsate del tastierista Falk Maria Schlegel e gli sguardi iniettati di sangue di Matthew e Charles Greywolf, chitarrista e bassista, si chiude la notte del Bang Your Head.
Si salutano gli amici come si farebbe al termine di una classica vacanza al mare e si spera di ritrovarsi tutti alla prossima edizione.





FOTO:

.: Cloven Hoof
.: Tygers of Pan Tang
.: Girlschool
.: Primordial
.: Loudness
.: Pretty Maids
.: Powerwolf


Report a cura di Paolo Manzi

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