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Dark Tranquillity + Equilibrium - 4/25/2018 - Live Club - Trezzo (MI)

Il tour dei Dark Tranquillity tocca il Belpaese in ben tre occasioni nei concerti di Roma, Trezzo e Bologna. Noi seravamo presenti alla data lombarda all’interno del locale che negli anni è diventato un vero punto di riferimento per il metal in Italia, ovvero il Live Club di Milano.

Per l’occasione i padrini dello swedish sound sono accompagnati dagli Equilibrium, band dedita ad un ordinario seppur efficace pagan metal senza molti fronzoli. Ed è proprio da loro che inizia il nostro live report.

Un’ora è il tempo a disposizione per la formazione capitanata dai tedeschi è sufficiente a scaldare un po’ l’atmosfera in attesa del piatto forte della serata. Purtroppo gli Equilibrium non riescono appieno nell’impresa: nonstante una prestazione tecnicamente sufficiente, il quartetto (sprovvisto di bassista) propone una scaletta incentrata in maniera particolare sui primi lavori in studio: doppio pedale a mitraglia, quadrati e precisi, un vocalist che tenta in ogni modo di coinvolgere il pubblico invocando il wall of death tra il pubblico. Ma non bastano brani tratti dall’ormai leggendario Turis Fratyr per far gridare al miracolo. Sia ben chiaro, i tedeschi hanno dato l’anima sul palco e si sono dimostrati degli ottimi professionisti in sede live, riuscendo anche far fronte a qualche problema tecnico a livello di suoni, ma il pubblico purtroppo era sicuramente troppo concentrato nell’attesa degli headliner. Gli Equilibrium rimangono un’onesta realtà death folk ma forse non hanno ancora la giusta personalità per emergere dall’affollato calderone del genere.

Finalmente, dopo un breve cambio palco ecco che alle 22.00 in punto rieccheggiano per il locale le note di Iron Man, brano scelto dagli svedesi come intro per iniziare i loro concerti. Il boato del pubblico mette i brividi e saluta l’ingresso sul palco dei Dark Tranquillity che iniziano lo show con quella Encircled che è anche il primo singolo estratto dall’ultimo lavoro in studio. Stanne è un animale da palco, lo era 15 anni fa e ancora oggi sembra non essere assolutamente invecchiato da questo punto di vista. Il lungocrinito frontman in questa occasione è accompagnato sul palco dal fido Iwers (fratello dell’ex bassista degli In Flames), dal buon Jivarp alla batteria e con due novità alle chitarre: il fantastico piccolo genio e “prezzemolino” della sei corde Amott e il turnista Johan Reinholdz. Nonostante l’assenza di un membro storico come Sundin, la band appare subito compatta ed affiatata sul palco. La scaletta è chiaramente incentrata su brani tratti da Atoma, ottimo album targato 2018 e il pubblico, letteralmente innamorato della band svedese canta a squarciagola i nuovi brani come Clearing Skies, Force of Hand o Forward Momentum.

Non mancano anche brani di vecchia data però: seppur in questa occasione non sia stato suonato alcun brano del capolavoro The Gallery, un brivido di emozione è passato nelle vene degli astanti nell’annuncio della classica Therein, inno dello swedish metal di fine anni 90, e momenti di grande pathos si sono visti nella tranquilla ed intensa The Mundane and the Magic, con uno Stanne che passava il microfono alle donzelle in prima fila per far cantare loro il ritornello.
Molto bello il momento nel quale un fan è riuscito a salire sul palco, subito assediato dai buttafuori: Stanne, allontanando la security ha preso sotto braccio il ragazzo permettendogli di restare sul palco per tutta la durata del brano. E’ questo forse il vero punto di forza del combo di Gothemburg: i DT hanno la capacità innata di essere empatici con i fan. Sorrisi, strette di mano, interazione attiva con il pubblico. Non si sono mai atteggiati da star sul palco e sono sempre riusciti ad abbattere quella linea invisibile che sembra troppo spesso dividere l’artista dallo spettatore. Questa cosa giustifica in pieno i cori trionfanti dell’audience in brano come The Wonders at your Feet targato 2000 o le ormai immancabili Terminus e la stupenda Misery’s Crown che vanno a completare uno show come sempre di altissimo livello. Piccola nota negativa di uno show altrimenti perfetto è in merito ai suoni. Così come per il gruppo che li ha preceduti, anche i DT hanno avuto seri problemi fonici, soprattutto per la prima mezz’ora di show con le chitarre completamente sbilanciate e spesso soffocate dalle tastiere di Martin. Ma su questa terra nulla è perfetto, anche se un live dei Dark Tranquillity può’ avvicinarsi molto alla perfezione. Un’ora e mezza di show sono stati sufficienti per ricordare a tutti che i maetri dello Swedish death metal non sono ancora pronti per la pensione e che hanno intenzione ancora per molto di onorare il metallo nordico.
Enormi!

Report a cura di Manuel Molteni

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