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AIRBOURNE + BLUES PILLS - 12/5/2022 - Alcatraz - Milano

Airbourne, ovvero una attitudine che in poche semplici parole prevede “Birra a fiumi adrenalina alle stelle, rock n’ roll” E quando guardi un concerto come quello di questa sera, c’è solo un commento che riassume tutto: questi ragazzi sono “fottutamente" Rock n Roll!
La band australiana è sbarcata nuovamente in Italia, dopo l’apparizione in quel di Bologna di cui tutti sappiamo poi come è andata a finire.

Questa volta la location è Milano, precisamente il glorioso Alcatraz che, complice un lunedì sera, la voglia di ascoltare del buon Rock n’ Roll, ha risposto in maniera entusiasta, registrando una massiccia affluenza di pubblico, nonostante le due band siano state ubicate al cosiddetto “palco B”.
Ad accompagnare gli Airbourne in questo tour troviamo i Blues Pills, per chi non li conoscesse, gli svedesi propongono un Blues Hard Rock di pregevole fattura (per chi piace il genere).
Alle 19:45, come da tabella di marcia, la band apre le danze con il primo pezzo in scaletta, Proud Woman, la setlist prevede 9 canzoni e alla fine resteranno sul palco circa 45 minuti in cui i quattro si sono dati un gran da fare, ma senza girarci tanto intorno, il valore aggiunto di questa band è senza dubbio la Frontman Elin Larsson, che ha dimostrato di saper tenere il palco oltre che avere una voce spettacolare.

Con la seguente Low Road, il pubblico inizia a “interagire” batte le mani

Mente con Kiss My Past Goodbye inizia anche un accenno di Pogo che come vedremo nel corso della serata sarà una costante.

Roba già sentita? Forse si ma al pubblico già numeroso in sala, sembra piacere, la band è sostanzialmente sobria, chitarra basso batteria e voce, niente elettronica niente robe strane, Rock n Roll Blues di impatto immediato.

High Class Woman è la quarta canzone in scaletta, alla fine i pezzi sembrano tutti uguali nella loro semplicità, durante questa canzone inoltre sale sul palco una ragazza che balla e si inchina a Elin Larsson, scenetta preparata? Sinceramente non saprei ma l’impressione è proprio quella.

Nonostante il palco piccolissimo, le luci sono davvero ottime intanto la Larsson sembra indemoniata , continuando a saltare da una parte all’altra del palco, e non mancano i messaggi “d’amore” per Milano e il pubblico dell’alcatraz durante Black Smoke.
Siamo quasi giunti al termine dello show, durante Bye Bye Birdy

Elin Larsson scende dal palco e cammina in mezzo al pubblico che in maniera composta si apre in due ali di folla lungo il percorso della frontman, che arriva fino al mixer per poi far ritorno sul palco… che dire, la ragazza sa come attirare l’attenzione!

La successiva Little Sun ha inizio “soft”, le mani della gente ondeggiano da destra a sinistra, forse il momento più intenso del concerto, dal punto di visto delle prova canora, Elin dimostra non solo di avere una grande voce ma di saperla usare alla perfezione, considerando che si sta parlando di Blues.
Una voce femminile che si presta al blues in modo sublime, io non sono un esperto ma non avevo mai sentito prima nulla di simile.
Ed ecco il finale, Devil Man, no non è quella che conosciamo tutti, ma il pubblico partecipa entusiasta fino all’ultima nota! 45 minuti intensi, bravi bravi gran bel concerto dei Blues Pills

Piccola nota a margine, apertura cancelli ore 19, alle 19:30 sotto il palco c’era già il pienone, alle 19:45 ora di inizio dei concerti la sala era già praticamente sold out, una sola guest band che può suonare un tempo sufficientemente adeguato, e gli headliner che salgono in cattedra senza ulteriori attese, per me dovrebbe essere sempre così.


Blues Pills Setlist
Proud Woman
Low Road
Kiss My Past Goodbye
High Class Woman
Black Smoke
Dust
Bye Bye Birdy
Little Sun
Devil Man


iniziano le operazioni di cambio di palco, la bandiera del sol levante sullo sfondo fa posto ad un telone col logo della band australiana, vengono tolti dei teloni neri che svelano una fila di amplificatori Marashall, ben sedici, otto per lato posizionati su due file, con la batteria nel mezzo, anche un muro di amplificatori crea scenografia, semplice puro Rock n Roll.
Infine, in alto vengono posizionati dei Led Luminosi che durante lo show illumineranno lo stage con diversi giochi di luce.
Durante il soundcheck dagli altoparlanti partono le note dei Twisted Sister, e il pubblico ovviamente non si lascia perdere l’occasione di cantare il “I wanna rock”
Sembra che sia tutto pronto, ma la band si fa attendere, ora mezzo Alcatraz (ovvero tutto l’Alcatraz di questa sera) è pieno fino all’inverosimile.
In successione partono 666 The Number of the Beast, eh va beh ci piace vincere facile, e Run to the Hills, forse gli Airbourne vogliono mandarci messaggi subliminali ricordando Bologna?

Finalmente si spengono tutte le luci, parte l’intro di Terminator 2, e improvvisamente dal nulla sbucano dal buio, parte una raffica di luci, ecco gli Airbourne!
Puntuali come un orologio svizzero, alle 21.00 il carismatico Joel O’Keeffe, apre le danze, il pubblico in sala si infiamma, i nostri non stanno fermi un attimo, Joel in particolare sembra indiavolato, fra assoli corse da una parte all’altra del palco, se mai ce ne fosse bisogno, dimostra ancora una volta di essere un frontman capace di divorare la scena.

Bastano pochi secondi di Ready to Rock per capire che il pubblico è caldissimo, che la band è in gran forma, e che siamo tutti pronti per una grande serata. Se ci fossero ancora dubbi sulla qualità degli Airbourne come "stelle promettenti dell’hard rock", il gruppo australiano li spazza via concerto dopo concerto.
Ero curioso di vederli nuovamente live e devo dire di aver trovato la band in forma smagliante! gran tiro, grandi suoni, grandi luci, e semplicemente ottime canzoni. Fa niente che su disco siano "delle ottime copie degli Ac/Dc", dal vivo il gruppo rende molto senza scimmiottare nessuno, tenendo il palco come dei veterani, riuscendo far “muovere” tutti e intanto il pogo in sala inizia a diventare “cattivo"
In scaletta troviamo praticamente il meglio del materiale prodotto fino ad oggi, la setlist come di consueto, non è lunghissima, solo 14 pezzi, senza troppi fronzoli e perdite di tempo in parole inutili, alla fine gli Airbourne suoneranno per circa 75 minuti, senza mai un attimo di tregua.

Si prosegue con altri due brani provenienti da album più datati, Too Much, Too Young e Firepower, il pubblico salta per tutto il tempo, e intanto Joel O’Keeffe decide di farsi un giro fra il pubblico in spalla ad un roadie, e poteva mica mancare la classica apertura della lattina di birra con la testa?
La scaletta scorre veloce così come scorrono fiumi di birra e bicchieri lanciati al pubblico, Girls in Black, prima e Back in the Game sono devastanti, Burnout the Nitro ha una intro più lunga, durante il brano, la sala è illuminata dalla fiammella degli accendini, e dalle luci degli smartphone.

Giunti quasi al giro di boa, gli Airbourne sparano in rapida sequenza tre cartucce distruttive, nell’ordine, l’adrenalinica Bottom of the Well, Breakin’ Outta Hell e infine It’s All for Rock ’n’ Roll.
La scena è sempre sua, mai visto un frontman così, sul palco arriva un banchetto con vari alcolici, Joel O’Keeffe in versione barman prepara dei drink che distribuisce alla band, anche suo fratello abbandona per un attimo la batteria per partecipare al brindisi, ormai credo che il tasso alcolemico abbia raggiunti livelli elevati.

Si passa così, da Stand Up for Rock ’N’ Roll a Live It Up e quasi senza renderci conto del tempo trascorso si è giunti in fondo alla scaletta.
Intanto, sotto il palco è un continuo crowd surfing, il suono bitonale di una sirena antiaerea, è invece il segnale che lo spettacolo volge verso la conclusione, con gli ultimi brani in programma, durante Live It Up, Harri Harrison e Justin Street corrono alternati a destra e sinistra intanto continua il lancio del bicchiere, al pubblico, questa volta ad un livello superiore, si vedono infatti bicchieri pieni di birra arrivare fin quasi alle transenne, vicino il mixer, c’è chi prende al volo il bicchiere incredibilmente pieno, e altri invece che hanno decisamente bisogno di una doccia. Dopo Rock ’n’ Roll for Life segue la conclusiva Runnin’ Wild con la quale gli Airbourne si congedano dal pubblico dell’Alcatraz di Milano, in sala è un delirio, Joel decide di aprire l’ennesima lattina di birra a modo suo, fa sedere tutti, per poi saltare in piedi come molle e riprendere il pogo selvaggio, la scena vista dall’alto è tanto rock.
Alle 22.15 lasciamo l’Alcatraz e una volta all’esterno ci si rende conto di quello che era livello del volume all’interno del locale.
Come sempre O’Keeffe è stato capace di tenere il palco con una performance energetica, fiumi di birra, (in tutti i sensi) corse da una parte all’altra del palco, siamo al cospetto di un vero frontman, capace di divorare il palco, il rock and roll scorre forte dentro questi ragazzi.

Airbourne Setlist

Ready to Rock
Too Much, Too Young, Too Fast
Firepower
Girls in Black
Back in the Game
Burnout the Nitro
Boneshaker
Bottom of the Well
Breakin’ Outta Hell
It’s All for Rock ’n’ Roll
Stand Up for Rock ’n’ Roll
Live It Up
Rock ’n’ Roll for Life
Runnin’ Wild

Report a cura di Fabio De Carlo

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