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HELLOWEEN + HAMMERFALL - 12/13/2022 - Dübendorf - Zurigo (CH)

Premessa
Se volete leggere un report critico al punto giusto e analizzato in maniera equilibrata, probabilmente questo non è il posto adatto, non aspettatevi un report in cui andremo ad analizzare la prestazione vocale in quella canzone o in quel refrain, come dico sempre, se volete la perfezione, comprate il CD e lasciate perdere i Live, i concerti vivono anche di queste sfumature, le valutazioni positive o negative, in questo caso le lasciamo volentieri a chi vive di social network.


A me spetta il compito del “Defender”, quello per cui gli Helloween non perdono mai, qualsiasi cosa la band decida di fare, quindi mettetevi comodi e iniziamo a rivivere insieme le emozioni che la band ci ha regalato nella notte di Santa Lucia.

Ma facciamo un passo indietro. L’idea di seguire la band a Zurigo nell’ultima data nel 2022 del tour europeo mi è venuta poche settimane prima dell’evento per una serie di circostanze (e congiunzioni astrali) che mai avrei previsto, e quando si è presentata l’occasione ci siamo attivati immediatamente per la richiesta di una accredito stampa. Accredito che prima è stato negato poi improvvisamente concesso anche se solo pochi giorni prima dell’evento.
Continuano così le coincidenze favorevoli, anche se ormai la decisione era presa e mi sarei comunque sobbarcato i circa 300 km che separano Milano da Dübendorf.
Quello che non avevamo previsto erano le condizioni climatiche, che dall’altra parte delle Alpi erano tipicamente invernali, con neve e temperature rigide. Poco male, è tutto più “epico”.

Dunque si parte presto da Milano, e fra chiacchiere, playList quasi esclusivamente Helloweeniane, un paio di soste in autogrill giusto per il piacere di fare un tuffo nella neve (si è successo anche questo) si giunge a Zurigo nel primo pomeriggio, puntando immediate verso Dübendorf e quindi il “The Hall”, giusto il tempo di parcheggiare e capire che all’esterno ci aspettavano -5 gradi, con la neve che continuava a venir giù.

Ormai l’adrenalina ha raggiunto livelli altissimi e si decide di fare un giro di perlustrazione con fotografie ignoranti annesse davanti al “The Hall” per immortalare il momento!

L’apertura cancelli è prevista per le 18.00, c’è ancora il tempo per bere qualcosa di caldo, e intanto iniziamo a vedere le prime facce “amiche” quelle con le felpe degli Helloween, ma anche HammerFall e Amon Amarth (i “pagani svedesi” ci stanno sempre bene). L’ultima tappa prima di entrare è la cassa accrediti, missione compiuta!

Ora però il freddo si fa sentire davvero e i 15 minuti di attesa prima dell’apertura delle porte sembrano davvero interminabili, ma “puntuali come un orologio svizzero” (ok battuta scontata ne sono consapevole), alle 18:00 in punto la gente in fila inizia ad entrare.


Location
E ora veniamo alla location: il The Hall è stupendo!
Appena varcato l’ingresso ci si ritrova davanti ad una enorme zona merchandising, nella quale abbiamo provveduto a comprare la maglia ricordo del Tour Helloween/HammerFall, sempre nella stessa area è presente una zona ristoro (e anche un ristorante vero e proprio) stile fast-food, e nonostante la fila di persone in attesa sembrava interminabile in realtà scorre velocissima, per la cronaca, avendo trovato al bancone l’unico svizzero che parlava italiano, la birra ci è stata gentilmente omaggiata! Anche il guardaroba è incredibilmente funzionale, 5 minuti per entrare e soprattutto 5 minuti per uscire al termine del concerto! Ora che indossiamo solo le magliette celebrative ci si dirige verso il palco, e con immenso stupore, riusciamo a piazzarsi praticamente in transenna!
La zona concerti è enorme, per fare un paragone col nostro Alcatraz, è almeno due volte più grande, con in più una platea con poltroncine più in alto.
Lo stage invece vedeva una sorta di “penisola” al centro intorno alla quale è presente l’area per i fotografi, decisamente grande potendo spaziare lungo tutto il perimetro del palco. (Da fotografo, devo ammettere che in quel momento ho provato una leggera invidia per i fotografi.)

HammerFall
Intanto il The Hall inizia a riempirsi, il timore è che essendo praticamente in prima fila, l’audio non sarebbe stato “perfetto”, invece anche questo elemento ha superato ogni aspettativa.
Piccolo dettaglio, gli svizzeri hanno il “vizio di essere enormi”, e di credere che tutti quelli che parlano italiano siano ticinesi, salvo poi farci i complimenti per la passione, una volta saputo che arriviamo da Milano. Ma qui non si tratta solo di passione, chi mi conosce bene sa cosa rappresentino gli Helloween per me, il 13 dicembre è stata la diciottesima volta che li vedevo Live, esserci anche questa sera era un dovere!
A differenza della data milanese del 27 agosto, in questa occasione non ci sono i Sabaton, ma gli HammerFall, che come i più attenti ricorderanno, era la band che avrebbe dovuto suonare nel tour prima che questo fosse rinviato due volte per la pandemia, infatti il mio biglietto per la data milanese aveva ancora il logo degli HammerFall come guest. Nello stage è già presente la batteria posta in alto, su una sorta di castello, e un enorme telone grande per tutta la lunghezza dal palco con l’artwork dell’ultimo “Hammer of dawn”. Alle 19 si spengono le luci in sala, adesso si fa sul serio!

La band di Oscar e Joacim mette subito le cose in chiaro, saranno 75 minuti di Heavy Metal travolgente, canzoni nuove, canzoni vecchie per i fan più old school, e in mezzo anche una ballad speciale.
La setlist è variegata, andando a pescare praticamente da tutti gli album della band, con un occhio di riguardo per l’ultimo lavoro “Hammer of dawn” con tre pezzi e per lo storico “Glory to there Brave” dal quale lo dico subito, avrei voluto ascoltare “The Dragon Lies Bleeding” che però è stata preferita ad altri due brani importanti tratti dallo stesso album.

Si parte con la più recente “Brotherhood" per arrivare alla storica “The Metal Age”, la band è decisamente ispirata, Joacim Cans non ha bisogno di presentazioni, è un grande frontman, e lo dimostra con “Blood Bound”, ma soprattutto con la gloriosa “Renegade”
C’è anche lo spazio per un Medleys che vede la fusione di cinque brani “Hero’s Return / On the Edge of Honour / Riders of the Storm / Crimson Thunder”

Si procede spediti come un treno fino ad un’altra canzone storica, “Let the Hammer Fall” tratta da uno dei miei album preferiti, “Legacy of Kings” del 1998.
Dopo tanta potenza, arriva il momento di abbassare il ritmo, per un istante, prende la parola Joacim il quale ci ricorda che il 13 dicembre è la notte di Santa Lucia, in Svezia è un giorno di festa e loro appena finito questo concerto, torneranno a casa dopo tanti mesi di tour, ma prima volevano dedicare “Glory to the Brave” a tutti noi.

L’emozione è palpabile Snow is falling down on this glorious land … ebbene si, “la neve cade su questa gloriosa terra”, mai parole sono state più indovinate.

E subito dopo si prosegue con quello che è un inno al loro paese, parliamo ovviamente di “(We Make) Sweden Rock”.

Il finale è tutto per “Hammer High” prima che la band si congeda dal pubblico con la classica “Hearts on Fire”.

Arriva il momento di una breve pausa, giusto il tempo per ricaricare le batterie, intanto cala un sipario con il logo Helloween a giganteggiare lungo tutto il palcoscenico, (e si questa volta è stato srotolato nel verso giusto).
Intanto i ragazzi della sicurezza distribuiscono bottigliette d’acqua a chi la richiede.
Si inganna l’attesa tra un selfie/ricordo e due chiacchiere sulla prestazione degli HammerFall o sulla scaletta degli Helloween, e intanto si cerca di sbirciare il lavoro dei roadie che stanno allestendo il palco per le ‘zucche.


HammerFall Setlist

Brotherhood
Any Means Necessary
The Metal Age
Hammer of Dawn
Blood Bound
Renegade
Venerate Me
Last Man Standing
Hero’s Return / On the Edge of Honour / Riders of the Storm / Crimson Thunder
Let the Hammer Fall
Glory to the Brave
(We Make) Sweden Rock

Encore:
Hammer High
Hearts on Fire


Helloween
Iniziamo dalla fine, sì perché la scaletta bene o male la conoscevamo tutti, era noto da tempo che ci sarebbero stati due Bis, e che la serata si sarebbe chiusa con “I Want Out”, ed è proprio fra “How Many Tears” e l’ultimo atto della serata, il momento in cui realizziamo che sta per finire tutto..è il magone ha inevitabilmente il sopravvento, e di tutte le emozioni che si sono susseguite dal momento in cui abbiamo deciso di seguire la Band a Zurigo, resta il ricordo di una notte magica, indescrivibile... che resterà indelebile nella nostra mente.
E poco importa se come annunciato qualche giorno prima Michael Kiske non potrà essere presente per problemi all’udito, la band ha scelto comunque di portare a termine il tour, con motivazioni più che legittime, certo Kiske è il valore aggiunto è inutile negarlo, tutti conosciamo la sua importanza all’interno della line-up, ma in fondo, la "Pumpkins United” e nata solo 5 anni fa, prima di allora abbiamo visto per tanti anni gli Helloween con una sola voce, quindi inutile fare drammi, anzi avremo l’occasione di vedere un concerto diverso da quello del 27 agosto.

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Atmosfera unica, scaletta essenziale, ovviamente senza questo o quel pezzo che ognuno di noi considera il suo preferito, a voler trovare il “pelo nell’uovo” al netto di una “Best Time” in meno e una “March of Time” in più sarebbe stata ancor più bella, ma ormai i giochi erano fatti, e allora vengono in mente altre “mancanze”
Perché non ci sono “Lavdate Dominvm” o la splendida “Midnight Sun”?
In fin dei conti, hanno alle spalle una discografia immensa, sedici album dai quali (a parte forse uno o due) accontentare tutti sarebbe impossibile, ma alla fine come peschi peschi, vinci sempre!

Ore 21:00, l’enorme drappo che cade, il The Hall che esplode all’unisono, i video proiettati sul maxischermo del palco che accompagnano ogni canzone, i siparietti delle ‘zucche animate … e poi ci sono le canzoni, una centrifuga di emozioni lungo tutta la setlist della serata.
Dagli altoparlanti partono le note della intro di “Halloween” cui immediatamente segue “Orbit”, da qui in avanti si scatena l’apoteosi con la splendida “Skyfall” e la leggendaria “Eagle Fly Free” e Kai Hansen è già padrone della scena!
Noi abbiamo la fortuna di trovarci in prima linea, da dove praticamente si può interagire coi ragazzi sul palco, vedere Kai e Weikath e Markus rispondere ai nostri saluti, con una semplice pollice in alto o le corna di rito, vale come un regalo di Natale anticipato. A questo punto le luci si accendono la band si ferma e sul mega-schermo compare un video messaggio del grande assente Michael Kiske, lo ammetto, non ho idea di cosa abbia detto perchè il messaggio era in tedesco, ma noi abbiamo immaginato che ci stesse ringraziando per essere lì questa sera, dandoci appuntamento al prossimo tour!
Anche Andi Deris nel corso della serata parlerà rigorosamente in tedesco, scelta logica trovandosi a Zurigo, e se vogliamo anche questo elemento ha reso lo show più “vero”. “Mass Pollution”, “Future World” e “Power” sono un trittico devastante, e intanto un Kai Hansen inedito, senza la sua chitarra (credo di non averlo mai visto prima) si prende la scena, microfono alla mano con la happy-song “Save Us”.
Nulla a confronto del combo “Metal Invaders / Victim of Fate / Gorgar / Ride the Sky” contato da Sua Maestà Mr. Hansen che chiude il suo personalissimo concerto con la celeberrima “Heavy Metal (Is the Law)”!

In quel momento non avrei voluto trovarmi in nessun altro posto al mondo se non sotto quel palco e non solo per ciò che stava avvenendo sullo stage.

Vedere Hansen al fianco di Werikath, poter guardare l’espressione di gioia dipinta sul suo volto, non ha prezzo, è senza dubbio lui il mattatore della serata.
Per questo non smetterò mai di ringraziare Kai Hansen.
E dopo tanta potenza, arriva il momento della splendida ballad, "Forever and One (Neverland)”, sempre suggestiva specialmente in sede live, canzone che dovrebbe essere sempre ascoltata rigorosamente abbracciati, ammetto che non ho potuto fare a meno di provare un brivido lungo la schiena, durante l’assolo di Weikath.
Se non sono emozioni queste…

Pausa Guitar Solo, ora la scena è tutta per Sascha Gerstner, di solito non sono un sostenitore dei vari Guitar o Drum Solo…ritengo che quei 5 minuti possano essere usati per un pezzo in più in scaletta, ma è anche giusto rendere omaggio a chi durante il concerto ha meno “visibilità”, come nel caso di Daniel Löble durante l’encore, che tra l’altro questa sera giocava anche in casa essendo nato a Zurigo.
Arriva il momento di un altro episodio tratto dall’ultimo album, “Best Time”, il pubblico in sala sembra che tiri il fiato, ma “Dr.Stein” e “How Many Tears” in rapida successione ci ricordano che c’è ancora da “combattere” Durante “Dr.Stein” mentre sul mega-schermo scorrono le immagini dello scienziato e delle zucche, penso che c’è un Dr.Stein in ognuno di noi, e in alcuni casi il soprannome calza anche a pennello.
“How Many Tears” è devastante come sempre, uno di quei brani capace di dare una carica anche quando sembra essere allo stremo delle forze, propio come in questo caso, dopo quasi 90 minuti di concerto!

L’encore come già detto in precedenza vede prima “Perfect Gentleman” in cui Andi Deris torna sul palco con tanto di cilindro e bastone, pronto a interagire col pubblico in sala chiedendo chi fosse il Perfect Gentleman, la risposta non poteva che essere “you are perfect”.
La chiusura spetta come di diritto alla gloriosa “I Want Out” con cui si spengono le luci su questo concerto.

Cinque brani tratti dai due "Keepers", tre dal celeberrimo "Helloween", due da "The Time of the Oath", e altri due estrapolati da “Walls of Jericho”, uno da “Master of the Ring”, e cosa dire del “Kai Medleys" durante il quale, sotto palco si è scatenato l’inferno?

In un evento come questo bisogna cercare emozioni, l’attesa stessa del concerto è forse l’emozione più grande, ogni canzone ogni nota ogni riff proposto dalla band ha fatto il resto.
Gli Helloween visibilmente emozionati ringraziano il pubblico, poi ad uno ad uno i nostri scendono fra la gente per stringere mani, Kai Hansen lancia plettro e in molti fanno a gara per conquistare uno, ed è a questo punto che vedo Kai tornare sul palco, per poi scendere nuovamente e dirigersi verso una ragazza per darle personalmente un suo plettro. Le lacrime di felicità di questa ragazza valgono molto più di mille parole, anche queste sono emozioni … le stesse emozioni che solo gli Helloween sono in grado di trasmetterci.

Anche io però ho ottenuto il mio “premio”, la scaletta della serata datami personalmente da Weikath.
E così è arrivato anche quel “momento” in cui sapevo che avrei provato nostalgia per un evento tanto atteso e tanto inaspettato, del quale ora rimarrà uno splendido ricordo, certo, i post-concerti sono sempre duri, si sa, ma questa volta è davvero difficile tornare alla normalità.
Ma in fondo abbiamo anche la consapevolezza che, presto o tardi grazie all’Heavy Metal, ci saranno sempre altre serate magiche!

E tutto questo se ci pensiamo è fantastico!

Lasciando il The Hall, nella notte di Santa Lucia, troviamo ancora la neve a farci compagnia.
Adesso ci aspetta la lunga strada verso casa. Grazie Helloween “life’s too short to cry, long enough to try”

Helloween Setlist

Halloween ("Unarmed" version; intro only)
Orbit
Skyfall
Eagle Fly Free
Mass Pollution
Future World
Power
Save Us (Kai Hansen on lead vocals)
Walls of Jericho
Metal Invaders / Victim of Fate / Gorgar / Ride the Sky (Kai Hansen on lead vocals)
Heavy Metal (Is the Law) (Kai Hansen on lead vocals)
Forever and One (Neverland)
Guitar Solo
Best Time
Dr. Stein
How Many Tears
Encore:

Perfect Gentleman
Drum Solo
I Want Out

Report a cura di Fabio De Carlo

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