Oggi è una giornata torrida in quel di Roma: sembra di essere all’inferno. Infatti mi sa che laggiù le temperature si avvicinano di molto a quelle di questo venerdì pomeriggio. E la cosa casca quasi a fagiolo dato che è tempo di summer day in hell, il festival romano che anno dopo anno, va acquistando sempre maggior rilievo, anche a livello nazionale. Quest’anno suoneranno gruppi del calibro di Exilia, Extrema, Sodom, Kreator e Testament. Purtroppo i Grave digger hanno dovuto defezionare per non meglio precisati motivi.
Stando alle locandine che pubblicizzano l’evento, il concerto avrebbe dovuto incominciare verso le 15.00 con apertura cancelli alle 14.00. Di conseguenza, io e mio fratello siamo arrivati in loco per le 14.30, dicendoci: “mezz’ora per entrare basta e avanza”. Si certo, pia innocenza di noi iper precisi svizzerotti: al Foro italico qualche sconsolato ragazzo ci ha riferito che i cancelli avrebbero aperto solo alle 18.00. Che sono poi diventate le 18.30. Indi più di 3 ore di ritardo, ma non stiamo a dilungare su queste sottigliezze.
Il primo gruppo, gli Exilia, hanno incominciato a suonare che ancora il piccolo stadio si andava riempiendo. Fin dal principio non si è potuta non notare una certa somiglianza con gli Arch enemy (in primo luogo la potentissima voce della singer). Però, lo show degli Exilia, comincia in modo piuttosto moscio: infatti le prime tracce sono puramente nu-metal, cioè altamente noiose e ripetitive.
Ma a partire dal terzo pezzo, gli Exilia cominciano a sparare sul già numeroso pubblico i loro pezzi più datati contenenti tanto thrash e poco nu. Solo a questo punto i presenti cominciano ad apprezzare l’operato della band meneghina. Difatti sono molto bravi e il loro sound è bello pesante e tecnico. E la ragazza, che voce. Purtroppo però il loro concerto è durato poco: seppur bravi erano pur sempre il primo gruppo della giornata.
Dopo gli Exilia, è il turno degli Extrema, altro gruppo italiano. Questi baldi giovani avevano iniziato la loro carriera musicale con del buon vecchio thrash metal, per poi inserire nei dischi più recenti alcuni elementi nu-metal. Sapendo però mescolare i due generi con perizia e creando così una miscela a dir poco esplosiva. Gli Extrema hanno eseguito un ottimo show e il pubblico sempre più numeroso li ha acclamati per benino. La musica da loro suonata è di ottima qualità, potente e diretta. Per finire, i nostri hanno eseguito un ottima versione di “Ace of spade” dei gloriosi Motörhead, in onore dello zio Lemmy che purtroppo, come tutti saprete, sta poco bene.
Terminata l’ottima performance degli Extrema, sarebbe stato il turno dei Grave Digger, ma come detto in apertura: essi hanno dato forfait e non si sono presentati. È dunque il momento della guerra: entrano in scena i tedeschi Sodom. Dopo il loro show credo che si possa comprendere cosa sia successo durante i bombardamenti del 43 sulla città di Dresda (essa fu completamente distrutta dagli aerei della RAF N.d.A). I sodom hanno ucciso, violentato e mutilato tutti i poveri (e naturalmente pronti ad accogliere questo trattamento) fan con il loro thrash metal sanguinolento, guerrafondaio ed ultra veloce. Particolarmente degna di nota la bellissima Napalm in the morning, hanno letteralmente travolto tutti durante quel pezzo. E si, non si può negare che i nostri amici, siano ancora sulla cresta dell’onda e a molti giovincelli non resta che imparare dagli anziani. A valorizzare questa mia affermazione ci sta pure il seguente show dei mitici kreator. Anche loro sembrano non sentire gli anni che passano. E come i loro predecessori, hanno spaccato di brutto, eseguendo alla perfezione pezzi tratti dai loro ultimi lavori come Violent revolution e Enemy of god alternandoli ai loro intramontabili successi quali Plesure to kill o Exterme metal. Il pubblico è ultra carico e il pogo deve essere violentissimo, anche se limitato a piccoli gruppetti nelle prime file sotto il palco. I kreator hanno fatto un concerto memorabile, ma nulla in confronto agli headliner. Nulla di strano, dato che stiamo parlando dei Testament. E per di più in tour con la loro formazione originale.
Purtroppo però agli americani sono stati concessi solo 50 minuti tirati tirati: i Kreator hanno terminato di suonare alle 22.30 e dopo è stato effettuato un lungo soundceck (ma era proprio necessario?) che è terminato solo alle 23.10. Il problema é che il Foro italico a mezzanotte chiude, ma di questo parlerò ancora in seguito, ora torniamo alla stupenda esibizione dei Testament. Essi hanno eseguito tutti i loro pezzi storici, e quando dico tutti, intendo proprio tutti. Non hanno fatto una canzone che non abbia in qualche modo segnato la storia del metallo. Sto parlando di pezzi come Into the pit, Disciple of the watch, e la stratosferica Practice wath you preach.
L’arena è piena di gente in visibilio che canta a squarcia gola i pezzi e il gruppo ha offerto una coreografia da paura. Inoltre, le luci, il fumo artificiale, il suono, la voce del mastodontico indiano, sono perfetti e spettacolari. Peccato che come accennato in precedenza a mezzanotte il piccolo stadio deve chiudere e dunque per l’ennesima volta, ai Testament, hanno tagliato la corrente. Ciò succedeva alle 12.00 in punto: neanche noi svizzeri, saremmo stati così puntuali. E proprio mentre Chuk Billy era lanciatissimo nell’offrire al pubblico un ultimo pezzo. Non gli è restato altro da dire che uno sconsolato “sorry, people”. Tutta questa storia, non vi ricorda un certo Gods of Metal del 2004? Mi sa che i nostri amici, l’Italia stanno cominciando ad odiarla e a ragione direi dato che anche quando suonano da headliner, gli staccano la spina
Ma se fosse solo questo, non sarebbe stato gravissimo: il vero problema è che mi sa che la Live, assoldi i tecnici del suono fra i galeotti o fra gentaglia simile: uno di questi gentil’uomini nell’udire i cori di disappunto dei (giustamente) incazzati metallari, ha buttato nella folla una bottiglia in vetro piena di birra. Meno male che non ha colpito nessuno. Ma avrebbe anche potuto andare meno bene e una splendida serata sarebbe finita molto male. Lanciare le bottigliette è veramente una bruttissima abitudine, e non solo se sono i fan a lanciarle, bensì anche chi sta dall’altra parte della transenna.
Questa edizione del summer day in hell è stata memorabile e speriamo che questo festival possa crescere ancora e disfarsi di problemi quali i ritardi abissali che ci hanno afflitti oggi e il costo esorbitante del biglietto. Ma per questo, mi sa che bisogna parlarne alla Live anche se ho come l'impressione che da questo orecchio sia un pochettino sorda…
Report a cura di Elisa Mattei
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